Patologie Archivi · Nicoletta Paolillo

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L’attuale stile di vita frenetico e in rapido movimento ha aumentato il numero di persone in tutto il mondo con difficoltà a gestire lo stress, l’ansia che a sua volta sta influenzando anche la qualità del sonno.

L’ansia è una parte normale della vita e generalmente è una condizione temporanea. Tuttavia, l’ansia può occasionalmente prolungarsi nel tempo, avendo un impatto sulle attività quotidiane  e dando origine ad altre condizioni, come depressione, abuso di droghe, malattie cardiovascolari e insonnia.

Ci sono diverse sostanze che sono comunemente usate per trattare l’ansia. Si tratta principalmente di antidepressivi e benzodiazepine.

Tuttavia, il loro costo elevato, importanti effetti collaterali e un crescente interesse per le soluzioni naturali hanno spinto i ricercatori a cercare formule a base botanica.

A tal fine, ci sono un certo numero di piante che sono state descritte per possedere potenziali effetti sedativi e ansiolitici.

Degna di nota è la verbena limone (Lippia citriodora), che è originaria del Sud America occidentale, ma è coltivata anche nella regione mediterranea e nel Medio Oriente.

Le foglie di questa pianta sono state tradizionalmente utilizzate per trattare varie condizioni, tra cui febbre, disturbi digestivi, insonnia e ansia.

Uno dei polifenoli più abbondanti presenti nelle foglie di verbena di limone è il verbascoside, un fenilpropanoide che ha dimostrato di possedere effetti antiossidanti, antinfiammatori  e antimicrobici, mentre ha anche dimostrato di promuovere dormire e alleviare l’ansia nei modelli animali.

Nel caso di quest’ultimo, il meccanismo d’azione che è stato descritto è simile a quello delle benzodiazepine, conferendo così potenzialmente un effetto simile.

Nonostante il suo uso tradizionale riportato, ci sono pochi studi clinici che hanno valutato i potenziali effetti anti-ansiolitici e sedativi della pianta.

Un recente studio spagnolo ha voluto valutare l’efficacia di un integratore alimentare naturale a base vegetale, composto da estratto di verbena limone (Lippia citriodora), su soggetti con alti livelli di stress percepito e bassa qualità del sonno, per alleviare lo stress e migliorare la qualità del sonno.

Lo studio clinico è stato condotto per diversi mesi su un gruppo di soggetti di età compresa tra i 30 e i 40 anni.

Il gruppo che ha assunto l’estratto di verbena limone ha ridotto significativamente la percezione dello stress dopo 8 settimane, che è stata corroborata da una significativa diminuzione dei livelli di cortisolo.

Dopo il periodo di sospensione del trattamento, i soggetti hanno riferito di presentare livelli di stress ancora più bassi, a causa dell’effetto duraturo dell’ingrediente.

Per quanto riguarda la qualità del sonno, i soggetti che assumevano l’integratore hanno riferito di sentirsi meglio riposati, con un effetto più forte osservato nelle donne.

Il monitoraggio del sonno utilizzando un dispositivo indossabile ha rivelato che gli utenti del supplemento hanno migliorato i loro tempi nelle fasi più profonde del sonno, in particolare la loro percentuale di tempo nel sonno profondo e nella fase REM.

In conclusione, l’estratto di verbena limone si rivela una soluzione naturale per aiutare le persone a migliorare lo stress e la qualità del sonno.

Fonte: Martínez-Rodríguez A, Martínez-Olcina M, Mora J, Navarro P, Caturla N, Jones J. Anxiolytic Effect and Improved Sleep Quality in Individuals Taking Lippia citriodora Extract. Nutrients. 2022; 14(1):218. https://doi.org/10.3390/nu14010218

 


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Nonostante l’abbondanza di studi sugli effetti benefici di una dieta ricca di fibre e sui polifenoli derivati ​​dagli agrumi sul glucosio sierico postprandiale e sull’insulina, non sono mai state pubblicate evidenze cliniche sui loro effetti sinergici su soggetti sani.

Studiosi italiani hanno voluto esaminare recentemente la fattibilità di un nuovo approccio dietetico nel controllo della risposta di glucosio e insulina a colazione testando una brioche arricchita con crusca di frumento e fibra di bergamotto.

Lo studio è molto interessante se si pensa che il diabete è una delle malattie più diffuse al giorno d’oggi e tra le più allarmanti, secondo i dati dell’OMS.

Quì di seguito alcuni dati significativi sul diabete per capire l’importanza di questa patologia:

  • Incidenza del diabete in Europa: 61 milioni in Europa.
  • ll diabete provoca mediamente 4,2 milioni di decessi, ogni anno (IDF, 2019).
  • Nel 2021, il diabete ha provocato 7 milioni di decessi, 1 ogni 5 secondi.

Ad alcuni volontari sani con età media  di ~25 anni i ricercatori hanno fatto consumare per colazione una classica brioche.

I partecipanti hanno consumato una classica brioche a colazione e la nostra funzionale brioche, contenente crusca di frumento e fibra di bergamotto, un altro giorno.

Prima e dopo l’assunzione di entrambi i pasti sono state valutate le funzioni vitali, i parametri biochimici (inclusi glucosio e insulina), le misurazioni antropometriche, il dispendio energetico a riposo e l’ossidazione dei grassi.

I risultati ottenuti dallo studio hanno evidenziato che il consumo della brioche funzionale ha ridotto la Cmax(0-120 min) del glucosio di circa il 6% e ha impedito l’aumento dell’insulina nel tempo del 30%, dimostrando infine i valori di Cmax(0-120 min) e iAUC(0-120 min) dell’insulina significativamente inferiore rispetto alla brioche classica.

Gli autori dello studio affermano che : “l’associazione tra crusca di frumento e fibra di bergamotto influenza significativamente il metabolismo del glucosio e può esercitare effetti simili all’insulina su volontari sani.

Se confermata, la berga-brioche sarebbe uno strumento utile per prevenire il diabete e nel controllo del glucosio nei pazienti con diabete di tipo 2.”

Fonte: Mare R, et al.. A new breakfast brioche containing bergamot fiber prevents insulin and glucose increase in healthy volunteers: a pilot study. Minerva Endocrinol (Torino). 2021 Jun;46(2):214-225. doi: 10.23736/S2724-6507.20.03243-5.


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Attualmente il diabete mellito di tipo 2 (T2DM) vierne curato attarverso terapia farmacologica e specifici piani nutrizionali.

Uno studio pubblicato recentemente su una prestiogiosa rivista scientifica, ha valutato l’efficacia della farina verde di jackfruit (Jackfruit365™ ) come parte integrante del pasto quotidiano nei pazienti con diabete di tipo 2.

Lo studio è stato fatto su pazienti di età compresa tra 18 e 60 anni, con diagnosi di diabete di tipo 2, cin terapia con agenti ipoglicemici orali.

I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: il Gruppo A che assumeva quotidianamente farina di jackfruit 30 jackg/giorno e Gruppo B che assumeva farina o placebo, sostituendo un uguale volume di farina di riso o di frumento, per colazione e cena, in un arco di tempo di 12 settimane.

Sono state prese in considerazione vari paramentri clinici. 

Prima di tutto il valore dell’emoglobina glicosilata (HbA1c) e poi i cambiamenti della glicemia a digiuno (FPG), della glicemia postprandiale (PPG), del profilo lipidico e del peso corporeo.

Si è osservata una riduzione  maggiore di HbA1c nel Gruppo A rispetto al Gruppo B.

La variazione più alta di FPG e PPG si è ottenuta nel Gruppo A rispetto a quella del Gruppo B.

Il monitoraggio continuo del glucosio ha mostrato una diminuzione della glicemia in 7 giorni di somministrazione di farina di jackfruit.

In conclusione, i pazienti del gruppo A hanno avuto una riduzione maggiore di HbA1c, FPG e PPG rispetto al gruppo B.

La farina di jackfruit è quindi efficace nel controllo della glicemia, se usata nel pasto quotidiano, come sostituto di un uguale volume di riso o farina di frumento.

 

Fonte: Gopal Rao, K. Sunil Naik, A. G. Unnikrishnan & James Joseph. Nutrition & Diabetes volume 11, Article number: 18 (2021)


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L’olio di menta piperita è spesso usato per trattare la sindrome dell’intestino irritabile (IBS), nonostante la mancanza di prove dell’efficacia.

Gli autori di questo studio hanno esaminato l’efficacia e la sicurezza dell’olio di menta piperita a rilascio nell’ intestino tenue, in pazienti con IBS ed esplorato gli effetti di tale olio nel rilascio mirato all’ileocolon. Lo studio è stato eseguito in doppio cieco su 190 pazienti (secondo i criteri di Roma IV).

I risultati indicano che la risposta al dolore addominale non differisce tra i gruppi olio di menta piperita e placebo.
Non ci sono differenze tra i gruppi, in termini di sollievo complessivo. L’olio nell’intestino tenue, tuttavia, ha prodotto miglioramenti maggiori rispetto al placebo, negli esiti secondari di dolore addominale, disagio e gravità dell’IBS.

In conclusione si è scoperto che questo olio nell’ileocolon non riduce la risposta al dolore addominale, nè dà sollievo dai sintomi complessivi. L’olio di menta piperita a rilascio nell’intestino tenue, tuttavia, ha ridotto molto il dolore addominale, il disagio e la gravità dell’IBS.

Fonte: articolo in lingua inglese su www.sciencedirect.com