Nutrizione Archivi · Pagina 2 di 3 · Nicoletta Paolillo

1630585384088.jpg

Sei un nutrizionista alle prese con diverse tipologie di pazienti?

Ecco un bel libro che ti consiglio di leggere e di far leggere perché no, anche ai tuoi pazienti.

“Molecole di emozioni” di Candace B. Peart è uno dei più bei libri che io abbia letto per migliorare la mia vita.

La Dott.ssa Candace B. Peart è stata una famosa neuroscienziata farmacologa degli anni 70-80.
A lei si deve la scoperta di molecole (recettori cellulari) che riconoscono e si legano alla morfina, facendola così agire contro il dolore.

Qualsiasi farmaco antidolorifico o antinfiammatorio che oggi usiamo, lo dobbiamo a lei.

Questo libro autobiografico, è il racconto della sua vita, dei suoi esperimenti, ma è anche una spiegazione semplice e completa di come funzioniamo, di cosa cioè accade dentro ognuno di noi quando proviamo gioia, rabbia, tristezza, e tante altre emozioni.

Perché te lo consiglio?

Perché credo che possa darti un aiuto per migliorare la tua vita e la tua professione.

Perché credo sia utile farlo leggere anche ai tuoi #pazienti, in modo che capiscano cosa succede dentro il loro corpo quando mangiano un alimento che prediligono oppure no e quindi di riflesso come il piano alimentare che tu indichi loro, possa essere ancora più efficace.

Un libro che non parla di alimenti, o di alimentazione in genere, può essere un ulteriore utile strumento da usare per aiutare i tuoi pazienti.
Hai mai pensato a questo?

Conosci altri libri da consigliare?
Fammi sapere nei commenti.

Per altre info utili a migliorare tua professione, iscriviti alla “Nutriletter” per ricevere periodicamente un menù special.


spina.jpeg

Tu hai staccato la spina?

Sei di nuovo tornato a fare il nutrizionista o più in generale il tuo lavoro?

Oggi termina agosto, le ferie sono finite per molti e c’è il rientro alla quotidianità.

Tu sei tra questi?

Spero di si.
Lo spero perché se sei rientrato, significa che ti sei concesso un po’ di meritato relax.

Oggi riflettevo sul fatto che staccare la spina è importante per almeno 3 motivi:

Vuoi sapere quali?

1. perché aiuta a rigenerarti
2. rigenerato, sei sicuramente più efficiente nel periodo successivo.
3. il tuo corpo, anche se ora non ti accorgi, ne beneficerà nel tempo.

Purtroppo in tanti dipendiamo da quella vicina interiore che ci dice spesso che “dobbiamo lavorare”.

Se ci prendiamo un periodo di riposo, ci sentiamo anche in colpa.

In molti dicono che se sei un libero professionista devi rimanere sul pezzo perché altrimenti perdi #clienti e non guadagni.

Se sei un libero professionista, ti capisco bene.
Sono cresciuta con un papà medico, che ha lavorato per 40 anni, senza mai fermarsi, neanche il mese di agosto!

Ne è valsa la pena?
Secondo me, no!
Non si è mai riposato e alla fine
per una serie di avvenimenti molto spiacevoli, non si è goduto neanche il periodo della pensione, come ognuno sogna di fare quando lavora.

Anche io questa estate stavo commettendo lo stesso errore.
Stavo per non staccare la spina perché ahimè la mia vocina interiore usa spesso il verbo “devi” e perché mi ritrovo anche un grande senso di responsabilità, a volte controproducente.

Voglio per questo ringraziare Francesca Scelsi perché con le seguenti parole scritte in un post su fb, mi ha fatto cambiare idea:.
“ Non abbiate mai paura di staccare.
Non abbiate mai timore di “rimanere tagliati fuori” (FOMO).
Perché:
non esiste niente di più prezioso del nostro delicato equilibrio psicofisico e della nostra energia, che è da tutelare SEMPRE a ogni costo.
Quindi se e quando sentite il bisogno di fare detox, avete il dovere di farlo.
Il risultato finale sarà una maggiore produttività e attrattività sul lungo termine.
Parola di coach”.

Cosi mi sono concessa 1 settimana lontano completamente da qualsiasi attività lavorativa.
(sono sincera, un post su linkedin e sulla mia pagina IG “Nutrinformati”, l’ho comunque scritto…ma sempre per colpa della vocina).

Il riposo serve a tutti.
Senza, non portiamo a casa grandi risultati, e se anche lo facciamo, con il tempo capiremo che era meglio fare diversamente.

Perché ?
Il nostro corpo ne ha bisogno, e se ci vogliamo bene, è meglio prenderci cura di lui, come si fa con i pazienti o clienti.

Chiunque ha bisogno di riposo, anche un professionista che come te, cura il benessere delle persone.
Il tuo stato di benessere influenza anche il loro.

…E tu che ne pensi?

Sei riuscito a staccare e/o hai in programma di farlo prossimamente?

Staccare la spina è per te un toccasana o una perdita di tempo e di soldi?

Fammi sapere nei commenti.


1628758050779.jpg

Ikigai-Mottainai-Gaman-Kaizen
…la saggezza orientale può servire anche ai nutrizionisti come te.

Non so se hai mai sentito queste parole. Sono giapponesi e hanno un significato molto importante.

Io le ho conosciute in differenti situazioni:

Ikigai, grazie ad un bellissimo ed utilissimo libro di Bettina Lemke, che ti consiglio di leggere.
Leggilo se ti senti come una barca nel mare in tempesta.
Ti aiuta a capire la tua missione di vita, se ancora non ti è chiara.
In altre parole L’ikigai (生き甲斐) (iki-vivere, gai-ragione) è il motivo per cui alzarsi la mattina.

Mottainai (勿体無い ), scoperto grazie ad un interessante post su linkedin.
È un termine giapponese di origine buddhista che indica rammarico per uno spreco.

Gaman, conosciuto attraverso un’articolo di Erica Zuanon su AffariItaliani.it
Gaman ( 我 慢 ) è un termine di origine buddista zen che significa “sopportare l’insopportabile con pazienza e dignità”.

In altre parole, la “perseveranza”, “pazienza” o “tolleranza”.

 Kaizen, scoperto in un libro letto anni e anni fa sul miglioramento personale,
Kaizen (改善) è la composizione di due termini giapponesi, KAI (cambiamento, miglioramento) e ZEN (buono, migliore), e significa cambiare in meglio, miglioramento continuo.

La cultura orientale secondo me ha molto da insegnarci.

Spesso nella vita e quindi nella professione occorre sapere cosa fare e come fare.

Ed è grazie a parole come queste, ricche di significati e insegnamenti che puoi avere la soluzione che ti serve.

Se sei un nutrizionista, (ma anche se sei un professionista in un altro settore), avrai sempre bisogno di trovare la soluzione ad un problema.

Libri, video e parole come queste che ti ho indicato, possono essere un notevole supporto se vuoi migliorarti e se vuoi che la tua professione abbia un notevole impatto, ricco di tanti benefici per te, per i tuoi clienti/pazienti, ma anche per tutte le altre persone che conosci.

A proposito di conoscenza…conosci altre parole ricche di insegnamento?

Scrivilo nei commenti.


1628319666941.jpg

Conosci un libro per migliorare la tua professione?

Mi piace leggere molto ed uno dei libri che ho letto un po di tempo fa e che ho messo nella mia top ten è “ Il Monaco che vendette la sua ferrari” di Robin Sharma.

Perché è nella lista?
Perché è una storia che mi ha affascinato sin dal inizio per la realtà che descrive.
Un uomo d’affari che racconta di se ad un suo amico molto saggio e questo amico che lo ascolta con empatia e gli fornisce chiavi di lettura diverse, ricche di insegnamenti.

Io penso che sia un libro molto interessante per un nutrizionista, ma anche per qualsiasi altro libero professionista.

Contiene diverse frasi, molto significative.

Ne ho scelte 3, tra le tante che mi hanno colpita e che ti riporto perché credo ti possano essere d’aiuto:

1. “Piccoli miglioramenti quotidiani creano ottimi risultati nel tempo”.

2. “Per assurdo, meno ti soffermi sull’obiettivo finale e più presto ci arriverai. Se tieni un occhio sempre fisso sulla destinazione, te ne rimane solamente uno per guidarti lungo il viaggio”.

3. “Investire in noi è il miglior investimento che facciamo e non solo migliorerà le nostre vite, ma le vite di chi ci circonda.”

Leggendole ti sei rispecchiato in questi insegnamenti?

Se hai letto già questo libro, fammi sapere se lo hai gradito e/o se hai letto altri libri simili.

Ti lascio il link per leggere un’ anteprima fornita da google books.


caffe.png

La caffeina è una sostanza molto studiata dal punto di vista nutrizionale. Le sue caratteristiche organolettiche sono oggetto di ricerche da diversi anni.

In ambito sportivo sono stati svolti diversi studi scientifici che hanno coinvolto vari tipi di sport e di atleti. 

L’International Society of Sports Nutrition (ISSN), sulla base delle ricerche effettuate fino ad oggi, ha fornito recentemente la sua posizione riguardo l’assunzione di caffeina, durante l’attività sportiva.

Diverse ricerche hanno evidenziato che il consumo di caffeina migliora notevolmente vari aspetti della prestazione fisica.

I dati suggeriscono che i benefici da piccoli a moderati dell’uso della caffeina includono: resistenza muscolare, velocità di movimento e forza muscolare, prestazioni di sprint, salto e lancio, nonché un’ampia gamma di azioni aerobiche e anaerobiche specifiche per lo sport.

È stato dimostrato che la caffeina migliora la prestazione fisica se consumata in dosi di 3-6 mg/kg di massa corporea.
Le dosi efficaci minime di caffeina attualmente rimangono poco chiare, ma potrebbero arrivare fino a 2 mg/kg di massa corporea.
Dosi molto elevate di caffeina (ad es. 9 mg/kg) sono associate a un‘elevata incidenza di effetti collaterali e non sembrano essere necessarie per provocare un effetto ergogenico.
Il momento più comunemente usato per l’integrazione di caffeina è di 60 minuti prima dell’esercizio.
Il momento ottimale per l’assunzione di caffeina dipende probabilmente dalla fonte di caffeina. Ad esempio, rispetto alle capsule di caffeina, le gomme da masticare alla caffeina possono richiedere un tempo di attesa più breve dal consumo all’inizio della sessione di allenamento.
La caffeina sembra migliorare le prestazioni fisiche sia negli individui allenati che in quelli non allenati.
Le differenze interindividuali nelle prestazioni sportive e nell’esercizio, nonché gli effetti negativi sul sonno o la sensazione di ansia in seguito all’assunzione di caffeina possono essere attribuiti a variazioni genetiche .
Anche altri fattori come l’assunzione abituale di caffeina possono svolgere un ruolo nella variazione della risposta tra individui.

È stato dimostrato che la caffeina è ergogenica per la funzione cognitiva, inclusa l’attenzione e la vigilanza, nella maggior parte degli individui. 

L’uso della caffeina in combinazione con l’esercizio di resistenza al caldo e in quota è ben supportato quando i dosaggi variano rispettivamente da 3 a 6 mg/kg e 4-6 mg/kg

Si è visto che fonti alternative di caffeina come gomme da masticare contenenti caffeina, collutori, gel energetici e prodotti da masticare migliorano le prestazioni, principalmente nell’esercizio aerobico. 

È stato infine osservato che le bevande energetiche e gli integratori pre-allenamento contenenti caffeina migliorano sia le prestazioni anaerobiche che quelle aerobiche.

In conclusione l’uso della caffeina, con le dovute accortezze, è consigliato nella pratica sportiva.

 

Fonte: Guest NS, VanDusseldorp TA, Nelson MT, Grgic J, Schoenfeld BJ, Jenkins NDM, Arent SM, Antonio J, Stout JR, Trexler ET, Smith-Ryan AE, Goldstein ER, Kalman DS, Campbell BI. International society of sports nutrition position stand: caffeine and exercise performance. J Int Soc Sports Nutr. 2021 Jan 2;18(1):1. 


1627020646651-1280x626.jpg

Quali libro mi consigli?

Una domanda molto comune, soprattutto in prossimità delle vacanze sotto un ombrellone.

“La regola dei 5 secondi”.
di Mel Robbins è un libro tra quelli che ho letto quest’anno, che mi ha dato tanto, in termini di azioni e risultati per una delle mie attività professionali.

Si, perchè grazie a questo libro ho realizzato tanti obiettivi, tra i quali un ecommerce e una pubblicazione di una guida intitolata “Il biologo nutrizionista”
Un libro per chi vuole diventare nutrizionista, o per chi già lo è e vuole esercitare la professione in modo professionale, seguendo tutta la normativa vigente.

“La regola dei 5 secondi” è un libro  che aiuta chi tende a rimandare sempre le azioni da compiere, per realizzare i propri progetti/sogni.

Io l’ho riassunto, creando un quadretto che uso come post-it gigante (vedi foto).

Ti assicuro che ha la sua valenza. Ogni volta che lo vedo, mi metto all’opera.

…e tu, tendi a procrastinare? oppure hai già trovato anche un metodo per combattere la “rimandite”?.

Ti consiglio comunque di leggere “La regola dei 5 secondi”.


agrumi-2-e1632648095186.png

 

Mangiare agrumi porta benefici al nostro corpo, sopratutto se si considera anche la buccia.

Un recente studio ha infatti confrontato il contenuto di minerali tra la buccia e la polpa degli agrumi e determinato quali tra arancia, pomelo, mandarino, limone, lime e pompelmo rosso, giallo o verde, fosse il più ricco di minerali. 

Per lo studio ogni frutto è stato tagliato a metà, e una metà è stata omogeneizzata, trattando il campione nel suo insieme (buccia + polpa), mentre l’altra metà è stata pelata e la polpa (F) e la buccia (P) sono state omogeneizzate separatamente . 

Le arance possono inoltre arricchire il corpo con potassio, fosforo e manganese, mentre la calce può essere una fonte di calcio, zinco, sodio e soprattutto potassio. 

I ricercatori dello studio indicano che tutti gli agrumi sono una fonte molto preziosa di potassio, necessario per garantire l’equilibrio idrico ed elettrolitico.

Lo studio ha evidenziato che:

Il contenuto di macro e micronutrienti nella buccia della maggior parte dei frutti, ha superato di gran lunga la loro quantità nella polpa.

I ricercatori indicano inoltre che:

Arance e pomeli sono i frutti più ricchi di ferro e rame, quindi potrebbero essere consigliati in casi come i disturbi della produzione di emoglobina derivanti da una carenza di questi elementi. Mangiare agrumi porta quindi benefici, non solo grazie alla famosa vitamina C.

 

 

Fonte: Czech A, et al..Mineral Content of the Pulp and Peel of Various Citrus Fruit Cultivars. Biol Trace Elem Res. 2020 Feb;193(2):555-563.


693.png

Attualmente il diabete mellito di tipo 2 (T2DM) vierne curato attarverso terapia farmacologica e specifici piani nutrizionali.

Uno studio pubblicato recentemente su una prestiogiosa rivista scientifica, ha valutato l’efficacia della farina verde di jackfruit (Jackfruit365™ ) come parte integrante del pasto quotidiano nei pazienti con diabete di tipo 2.

Lo studio è stato fatto su pazienti di età compresa tra 18 e 60 anni, con diagnosi di diabete di tipo 2, cin terapia con agenti ipoglicemici orali.

I pazienti sono stati suddivisi in due gruppi: il Gruppo A che assumeva quotidianamente farina di jackfruit 30 jackg/giorno e Gruppo B che assumeva farina o placebo, sostituendo un uguale volume di farina di riso o di frumento, per colazione e cena, in un arco di tempo di 12 settimane.

Sono state prese in considerazione vari paramentri clinici. 

Prima di tutto il valore dell’emoglobina glicosilata (HbA1c) e poi i cambiamenti della glicemia a digiuno (FPG), della glicemia postprandiale (PPG), del profilo lipidico e del peso corporeo.

Si è osservata una riduzione  maggiore di HbA1c nel Gruppo A rispetto al Gruppo B.

La variazione più alta di FPG e PPG si è ottenuta nel Gruppo A rispetto a quella del Gruppo B.

Il monitoraggio continuo del glucosio ha mostrato una diminuzione della glicemia in 7 giorni di somministrazione di farina di jackfruit.

In conclusione, i pazienti del gruppo A hanno avuto una riduzione maggiore di HbA1c, FPG e PPG rispetto al gruppo B.

La farina di jackfruit è quindi efficace nel controllo della glicemia, se usata nel pasto quotidiano, come sostituto di un uguale volume di riso o farina di frumento.

 

Fonte: Gopal Rao, K. Sunil Naik, A. G. Unnikrishnan & James Joseph. Nutrition & Diabetes volume 11, Article number: 18 (2021)


1625738219330-1280x1024.jpg

Il valore di un passaparola.

Ieri su LinkedIn ho letto un interessantissimo post di Stefania Giachino che parla del passaparola.

Senza entrare nello specifico di cosa ha scritto Stefania (ti consiglio di andarlo a leggere per i preziosi consigli che da), ho iniziato a riflettere su questo prezioso strumento.

Chi di non ha mai fatto il passaparola?
Almeno una volta nella vita sarà capitato a tutti.

Se ci pensi anche i bambini usano il passaparola tra loro: per un giocattolo, o videogame, per un edicolante che vende figurine, per il loro pub preferito ecc.

A me piace il passaparola.
Molto spesso mi trovo a suggerire servizi, professionisti o tanto altro alle persone che conosco.
Mi piace perché riesco ad applicare la mia propensione ad essere di aiuto agli altri.

Quando qualcuno mi chiede un consiglio, non apro subito bocca, ma rifletto, (da riflessiva quale sono), per trovare una risposta non solo sensata, ma e sopratutto utile per la persona che me lo chiede.
Cerco in primis di immedesimarmi dall’altra parte.

E’ abbastanza facile dare una risposta, ma secondo me è molto più importante dare la migliore risposta, per il bene delle persona che ci sta davanti.

 

Se conosciamo diversi professionisti, o diversi servizi, indichiamo quello che ci sembra più adatto a quella persona (e non a noi!), elencandone inoltre anche i motivi della scelta.

Per fare questo occorre sicuramente entrare in ascolto attivo con il nostro interlocutore e non semplicemente rispondere alla sua domanda “tanto per dare un’info”.

 

Ad esempio, nel mio lavoro con il servizio Nutrinformati da me ideato, analizzo sempre quali studi scientifici far conoscere, tra il mare magnum esistente, e quali corsi, tra i tantissimi proposti, consigliare ai professionisti, per migliorare la loro attività.

Ogni giorno mi metto alla ricerca dei migliori in campo, perché ho a cuore la professionalità altrui.
“Fare agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te” come afferma la regola d’oro.

Tu usi il passaparola poco o tanto nelle tue giornate?
Secondo te ci sono strumenti migliori?

Fammi sapere cosa ne pensi nei commenti.


caffè-1280x1024.jpeg

Fino ad oggi, la conoscenza riguardo gli effetti dell’assunzione di caffè nell’insorgenza e nel decorso dei disturbi neurologici e neuropsichiatrici tipici dell’età avanzata ha fornito dati inconcludenti.

Gli autori di questo studio italiano hanno quindi voluto valutare l’associazione che esiste tra diverse quantità di assunzione di caffè moka e le prestazioni cognitive e dell’umore in 300 soggetti anziani, non dementi, con malattia vascolare ischemica.

I risultati dello studio hanno evidenziato che i test usati per valutare lo stato mentale e l’ umore sono associati in modo indipendente e significativo al consumo di caffè. I punteggi migliori di tali test si hanno nei casi di aumento dell’assunzione.

Il gruppo di pazienti con un’assunzione moderata (due tazze/giorno) ha valori dei test simili tra loro rispetto ai forti bevitori (≥ tre tazze / giorno).

L’assunzione giornaliera di caffè moka è associata a uno stato cognitivo e dell’umore più elevato, con una significativa associazione dose-risposta anche con un consumo moderato.

 

Fonte: Fisicaro F, Lanza G, Pennisi M, Vagli C, Cantone M, Pennisi G, Ferri R, Bella R. Moderate Mocha Coffee Consumption Is Associated with Higher Cognitive and Mood Status in a Non-Demented Elderly Population with Subcortical Ischemic Vascular Disease. Nutrients. 2021; 13(2):536